mercoledì 30 marzo 2011

JOHN&YOKO/Capitolo 4: Plastic Ono


Mick Farren  ha fatto notare come “Molti esperti, banderuole che si credono al passo coi tempi, hanno sempre fatto un gran parlare del momento esatto in cui gli anni sessanta sono finiti, lo spirito di pace e amore se n’è andato con la coda tra le gambe e il sistema che abbiamo combattuto così strenuamente ha cominciato a chiedere vendetta”.
Questo processo era già evidente nella natura dell’impegno politico di John e Yoko e nel loro sempre maggiore coinvolgimento in faccende particolari e specifiche.
Una prima dimostrazione della vendetta del sistema ci fu il 16 gennaio, quando la polizia fece irruzione alla London Art Gallery, dove era in corso una mostra di litografie di John, e ne confiscò otto per oscenità. Per tutta risposta Yoko e John scrissero ed incisero la canzone “Instant Karma” in un solo giorno, lavorando col leggendario produttore Phil Spector. L’uscita dell’album, a febbraio, fu promossa dalla loro apparizione a Top of the Pops: John cantava e Yoko faceva la maglia. Donarono i loro capelli tagliati ad un’asta per raccogliere fondi in favore del centro ricreativo Black House, un progetto del radicale nero Michael X. Pur essendo presente all’asta, la stampa decise di non parlarne il giorno seguente.
Alla fine, in marzo, il progetto del Toronto Peace Festival andò a monte e ad aprile uscì il primo album solista di Paul McCartney, con una dichiarazione in cui affermava di aver lasciato il gruppo. Anche se poi, in un’intervista, sottolineò come non ci fosse un unico responsabile  per lo scioglimento dei Beatles, lasciò ad intendere che l’amore di John per Yoko era stato il fattore scatenante.
Hunter Davies, biografo ufficiale del gruppo, appoggiò questa teoria scrivendo, sulle pagine del Sunday Times, che dopo Yoko “gli altri Beatles non contavano più niente” per John. In seguito fu lo stesso John a confermare questa ipotesi, dicendo: “la mia vecchia combriccola ha smesso di esistere nel momento  in cui ho incontrato lei”. Anche se la verità è ben più complessa, l’annuncio della carriera solista di Paul McCartney fece sì che Yoko venisse additata come responsabile per lo scioglimento dei Fab Four.
Ad aprile, John e Yoko ricevettero per posta, da Los Angeles, un libro dal titolo The Primal Scream dello psicoterapeuta Arthur Janov. Rimasero entrambi molto colpiti dalle possibilità offerte dalle tecniche di Janov, che promettevano di liberarli dalle conseguenze psicologiche delle esperienze passate, soprattutto delle loro infanzie infelici e isolate. Si misero in contatto con Janov che, allettato dalla possibilità di avere due pazienti così illustri, si recò in Inghilterra con la moglie Vivian per iniziare la terapia. I primi incontri si tennero a Tittenhurst, poi in alcuni hotel di Londra ed, infine, Janov decise di contattare il Servizio Immigrazione e Naturalizzazione Americano per far avere a John e Yoko i visti necessari per continuare la terapia con lui in California.
I risultati, in termini medici, furono soddisfacenti e Yoko e John continuarono la cura con Janov negli Stati Uniti, seguendo anche una terapia di gruppo presso il Primal Institute di West Hollywood. Ma qui, dopo un po’, John litigò con Janov, rifiutandosi di essere filmato durante una seduta e anche Yoko divenne sempre più scettica verso le sue teorie. L’efficacia di questa esperienza fu più discografica che medica, avendo influenzato fortemente l’album John Lennon/Plastic Ono Band di Lennon. Il governo USA, però, non rinnovò il visto di John e così, a luglio, i due tornarono in Inghilterra.
Trovarono un paese che non sembrava essersi reso conto della loro decisione di chiamare l’anno in corso “ 1 a.P.”.
Il 20 febbraio, giorno in cui “Instant Karma” entrò in classifica, due studenti dell’Essex University furono arrestati per aver tentato di far esplodere un’agenzia della Barclays Bank, per protestare contro l’appoggio della banca al regime sudafricano dell’apartheid.  A maggio ci furono altre bombe, compreso un tentativo di far saltare la nuova stazione di polizia di Paddington Green, ricordato come il primo atto della Angry Brigade. A giugno, appena prima che i Conservatori salissero al potere, la polizia fece chiudere la rivista Oz a causa del numero intitolato “Schoolkids”.
In tutto ciò, a Londra, John e Yoko registrarono un album della Plastic Ono Band ciascuno. L’album di John rifletteva sia l’esperienza della terapia dell’urlo primario (“Mother”) che il suo impegno politico di classe (“Working Class Hero”).
L’album di Yoko era dominato dai suoi vocalizzi radicali, con John, Klaus Voorman e Ringo che fornivano un sottofondo in stile rock underground alle prime due tracce “Why” e “Why not”. La spina dorsale del disco è data dall’uso continuo dell’autobiografia (“Greenfield Morning I Pushed An Empty Baby Carriage All Over The City”) e delle tecniche avant-garde (l’album utilizza suoni registrati, cinguettii, rumore dei treni e i duetti orgasmici di Yoko con Ornette Coleman). Sorse anche un conflitto tra le qualità intrinseche dell’avant-garde e le più rigide richieste della legge sul diritto d’autore: fu impossibile registrare il testo della canzone “Why” poiché la legge stabiliva che un testo avrebbe dovuto essere di almeno otto righe e quello di “Why” era una mera ripetizione del titolo.
Quando gli album furono finiti, Yoko volle tornare a New York, forse perché trovava la vita di una star in Inghilterra piuttosto limitante. Lì, infatti,  veniva spesso trattata come il membro subordinato della coppia e ultimamente aveva espresso la sua creatività soprattutto attraverso la musica, campo in cui era impossibile non essere offuscati da John. In un’intervista, all’inizio dell’anno, ad una domanda sull’infedeltà rivolta a John, Yoko rispose esponendo quelli che lei considerava aspetti pratici della loro unione creativa: “Prima che ci incontrassimo eravamo entrambi troppo liberi. Mi ero sempre sentita la mente creativa della mia famiglia e quindi dovevo avere i miei spazi. Ora io e John siamo una coppia. Non abbiamo dei veri e propri amici (…) cerchiamo di mantenere una certa distanza da tutti, anche dai nostri stessi figli. Sappiamo che amandoli troppo, ci allontaneremmo lentamente l’uno dall’altra”.
Questa risposta riflette, ancora una volta, la grande importanza della distanza emotiva per la creatività di Yoko, anche se sottintende che la coppia con John, in cui erano paradossalmente da soli insieme, le permetteva ancora di lavorare creativamente. La risposta di John fu: “Sai, non ci faremmo dei problemi se volessimo andare a vedere un bel sexy show”.
Alla fine Allen Klein riuscì a convincere il Servizio Immigrazione e Naturalizzazione Americano a concedere nuovi visti a John e Yoko, che arrivarono a New York il 26 novembre.
Lei iniziò subito a lavorare al progetto di due nuovi film, col suo vecchio amico Jonas Mekas e una new entry, Steve Gebart, che in qualità di responsabile della Cincinnati Film Society aveva fatto proiettare Bottoms consegnando, quindi, a Yoko il suo primo premio in denaro (50 dollari). Un film, Up Your Legs Forever, era simile a Bottoms come concetto e forma, solo con un centro d’interesse anatomico differente. L’altro, Fly, rappresentava una mosca che avanzava lentamente sul corpo di una donna nuda. Yoko spiegò: “L’idea per il film mi è venuta pensando a quella barzelletta in cui un tizio dice ad un altro: `Hai visto che cappello quella là?´, mentre guarda il sedere della donna. Mi chiedevo quanta gente avrebbe guardato la mosca e quanta il corpo”.
Come assistente alla produzione dei film l’ufficio di New York di Klein inviò May Pang, una giovane e zelante segretaria, per lavorare al fianco di John e Yoko. Il suo compito era quello di trovare trecentosessantacinque persone disposte a farsi filmare le gambe (“E ricordati di dirgli che è per la pace” insisteva Yoko), una donna che stesse immobile mentre una mosca le camminava addosso e una mosca in grado di fare ciò che le veniva richiesto.
Girare il primo film fu relativamente facile. Fly fu tutta un’altra cosa. Fu trovata una donna che poteva restare immobile tutto il tempo necessario, apparentemente grazie all’aiuto di pesanti dosi di sostanze illegali. Il vero problema furono le mosche.
Le riprese iniziarono a dicembre, che, come era avvenuto per “Acorn Piece”, era il periodo dell’anno peggiore per l’elemento eponimo del progetto. Anche quando si riuscivano a trovare abbastanza mosche, nonostante la troupe ricoprisse la donna con miele o una soluzione di acqua e zucchero, volavano via. Alla fine un amico di Yoko, Dan Richter, propose di inzuppare le mosche nell’anidride carbonica che ne avrebbe rallentato i movimenti tanto da poter essere filmati. Anche così fu impossibile filmare il finale voluto da Yoko, in quanto la mosca volò via dalla finestra all’alba, suggerendo una conclusione diversa alla telecamera che era riuscita a riprendere la sua fuga.
Mentre Yoko e John lavoravano su questi progetti, lui rilasciò una serie di interviste a varie riviste. John era sempre un sostenitore entusiasta del lavoro di Yoko e della sua influenza creativa, soprattutto sul suo modo di suonare la chitarra. Disse a Rolling Stone che Yoko non era ben voluta perché donna, giapponese e ritenuta responsabile della scomparsa dei Beatles. Yoko era sempre accanto a John durante queste interviste, ma, anche a New York, era raro che i giornalisti le rivolgessero qualche domanda. Una volta, però, disse ad un altro giornalista di Rolling Stone : “Una coppia di artisti è sempre la cosa più difficile (…) il fatto è che entrambi dipingiamo, componiamo e scriviamo poesie e, vista la situazione, direi che ce la caviamo piuttosto bene”.
I film furono portati a termine, letteralmente, all’ultimo minuto, appena in tempo per un evento speciale all’Elgin Theatre. Purtroppo, il pubblico non fu poi tanto soddisfatto e l’insofferenza si fece sentire sempre di più durante gli otto minuti di Up Your Legs Forever. Yoko e John, comunque, non parteciparono alla proiezione; avevano lasciato New York, diretti in Giappone, per far visita ai genitori di lei.

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