venerdì 4 marzo 2011

JOHN&YOKO/Capitolo 1: Unfinished paintings and objects (2 pt.)


Dopo la mostra all’Indica il progetto successivo di Yoko era un film, Bottoms, coprodotto insieme a suo marito Tony. Più tardi avrebbe dichiarato come avesse notato che, a differenza dei volti, le persone non hanno il controllo dei propri posteriori. Spiegò come “ministri e operai, donne splendide e orribili, sono tutti uguali quando gli togli i vestiti. I loro sederi hanno tutti lo stesso aspetto innocente e loro non possono farci nulla”. In due giorni di lavoro i vari deretani che risposero all’annuncio sul giornale contribuirono alla creazione di un film di oltre due ore, con venti secondi di ripresa per ogni posteriore. Purtroppo però il British Board of Film Censors[1] notò che in certi momenti del film comparivano anche altre parti anatomiche, più discutibili, e negò il permesso per la distribuzione. Yoko e Tony picchettarono gli uffici del BBFC, che rassicurò la stampa rilasciando dichiarazioni accondiscendenti. Anche la richiesta di proiettare il film alla Royal Albert Hall fu rifiutata. Quando i critici di Fleet Street ebbero infine la possibilità di recensire il film furono, in linea generale, poco carini, costringendo Yoko a correre in difesa del proprio lavoro sulle pagine dell’International Times, enfatizzandone gli aspetti divertenti, umoristici e coinvolgenti.
Yoko e Tony continuarono ad attirare l’attenzione della stampa per tutta l’estate del 1967. Furono arrestati per aver ballato nudi in Belgio, mentre ad agosto Yoko, infilata in un sacco, si legò ad uno dei leoni di Trafalgar Square per “usare la stampa in favore della pace” come dichiarò in seguito. Nel frattempo aveva incontrato di nuovo John Lennon. In compagnia di Paul McCartney era stato all’inaugurazione di una mostra di Claes Oldenburg dove c’era anche Yoko, e ad aprile partecipò anche ad una manifestazione di lei al Fourteen Hour Technicolour Dream presso l’Alexandra Palace. Yoko, per la sua campagna di auto-promozione, spedì delle copie del suo libro Grapefruit ad alcuni personaggi dello spettacolo, incluso John, che all’epoca si trovava negli studi di Abbey Road per registrare Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band.
Rimase affascinato dal libro, una serie di istruzioni che iniziano con l’imperativo “Immagina…”.
La invitò nella sua villa simil-Tudor di Kenwood, nel Weybridge, e le chiese se fosse possibile acquistare una “Casa di Luce”, uno degli articoli immaginari nell’elenco di merchandising concettuale allegato al libro. Nonostante questo episodio, secondo cui John sembrava non aver capito nulla dell’arte concettuale, la loro amicizia continuò a crescere, all’inizio solo telefonicamente.
Una volta Yoko chiamò John per chiedergli un contributo ad un libro sulla musica del ‘900, a cura di  John Cage, suo collega avant-garde. John rispose invitandola nel suo studio di registrazione e, durante la serata trascorsa insieme, esplorarono più a fondo gli accordi e i disaccordi intellettuali, scoprendo di ammirare l’uno la scrittura dell’altro, ma trovando i reciproci gusti musicali incomprensibili.
Di significato più immediato fu la promessa di John di finanziare la mostra successiva di Yoko, Half A Wind. In passato, era stato compito di suo marito Tony trovare i soldi per allestire le opere di Yoko, ma ormai il loro matrimonio, e, conseguentemente, il loro rapporto di lavoro, era agli sgoccioli e Yoko decise di chiedere direttamente il sostegno di John.
La sua promessa d’aiuto permise a Yoko di arrivare alla Lisson Gallery, il cui proprietario Nicholas Logsdail, una volta accertato il contributo di Lennon, fissò l’apertura della mostra per l’ottobre seguente.
Yoko si buttò anima e corpo nei preparativi della mostra.
Il ruolo di Tony divenne sempre di più quello di assistente (l’ideale maschile di Yoko) e genitore single allo stesso tempo. Apparve sempre più chiaro come Yoko stesse replicando con sua figlia Kyoko le stesse condizioni d’indifferenza e rifiuto materno che lei stessa aveva subito da bambina.
La mostra iniziò con il 13 Days Do-It-Yourself Dance Festival che consisteva nel dare ai visitatori un biglietto al giorno con su scritti i passi di danza da eseguire. Yoko spedì un biglietto anche a John e iniziò a telefonargli a casa. La moglie di John, Cynthia, cominciò a lamentarsi della presenza di Yoko nelle loro vite, ormai di un’invadenza ambigua. Quando la mostra aprì i battenti, John non si presentò. Chi partecipò trovò i tre piani della Lisson Gallery occupati da un’esposizione delle più disparate opere di Yoko. Il primo piano prendeva il nome di “Yoko and Me” (dove il “Me” era John Lennon) e ospitava mezza camera da letto, con tutti i mobili di una qualsiasi camera da letto perfettamente tagliati a metà e dipinti di bianco. Le metà mancanti, su suggerimento di John, erano state messe sotto vetro. Il piano terra riuniva una serie di opere concettuali vecchie e nuove, mentre il seminterrato era dedicato al “Bag Piece”. Yoko dichiarò in seguito che, nel periodo della mostra alla Lisson, John mise più volte in chiaro che la sua attrazione per lei non era solo intellettuale, ma che comunque lei decise di ignorarlo.
Il passo successivo di Yoko derivò, almeno in parte, dal desiderio di prendere le distanze da John e dalle sue attenzioni. Dopo la proiezione di Bottoms al festival cinematografico di Knokke, in Belgio, Yoko decise di non tornare a Londra (e da John) accettando un invito a Parigi.
L’attendeva una città pronta alla protesta, una protesta che avrebbe coinvolto studenti, operai e artisti. Il 15 febbraio il malcontento popolare si espresse attraverso artisti come Jean-Luc Godard, Simon Signoret, Luis Buñuel, Marlene Dietrich e Jeanne Moreau, che scesero in piazza contro il Ministro della Cultura, responsabile del siluramento del cineasta Henri Langlois.
Quando Yoko tornò in Inghilterra, la situazione, sul piano personale, era migliorata poiché Lennon, insieme agli altri Beatles e alle rispettive compagne, era partito il 18 febbraio per Rishikesh, in India, per studiare meditazione trascendentale presso il Maharishi Mahesh Yogi.
A Parigi Yoko aveva conosciuto il sassofonista Ornette Coleman, jazzista avant-garde di fama indiscussa, che le chiese di partecipare al suo concerto in programma il 29 febbraio alla Royal Albert Hall. Yoko insistette nel suonare le sue composizioni e Coleman acconsentì.
Inoltre fu proprio a Parigi che Yoko e Tony, ormai vicini al punto di rottura, parteciparono ad una festa in cui Yoko sniffò eroina per la prima volta, e le conseguenze non avrebbero tardato a farsi sentire.
Al suo ritorno in Inghilterra, in occasione del concerto, Yoko trovò ad aspettarla una pila di lettere di John, ancora in India. Da parte sua, lei aveva continuato a tenersi in contatto tramite l’invio di sporadiche istruzioni. Per il momento, però, erano più importanti le prove per il concerto alla Royal Albert Hall. Per meglio comunicare le sue idee ai musicisti, Coleman suggerì a Yoko di scrivere delle istruzioni in prosa che lui avrebbe poi tradotto in termini musicali all’orchestra. Coleman propose inoltre di inserire queste istruzioni nel programma del concerto. Ma l’organizzazione dell’Albert Hall era contraria a queste annotazioni a causa dei loro contenuti escatologici e, in pratica, decise di confiscare i programmi e bloccare la vendita dei biglietti ai botteghini. Nonostante ciò, su richiesta del pubblico, il concerto proseguì con Yoko che eseguiva i suoi vocalizzi in perfetto unisono con lo stile di Coleman al sassofono.
Nel mese che seguì il concerto all’Albert Hall, divenne sempre più evidente che la crisi della relazione con Tony era irreversibile e Yoko si trasferì in una stanza d’albergo, lasciando che lui si prendesse cura di Kyoko.
Ad aprile Lennon tornò dall’India, deluso dall’incapacità del Maharishi di resistere alle tentazioni della carne. Yoko e John ripresero a frequentarsi, con incontri più lunghi, più assidui e che dimostravano più apertamente un’attrazione reciproca.
Il loro lungo e cauto corteggiamento finì una sera di maggio, mentre a Parigi si alzavano le barricate e la protesta iniziata dagli studenti metteva in ginocchio il governo Gollista.
Cynthia era in vacanza in Grecia, allora sotto il regime del colonnello Junta. L’esercito aveva conquistato il potere nell’aprile del 1967 e l’anniversario del golpe era stato l’occasione per una marcia di protesta a Londra, guidata dall’attrice Melina Mercouri.
Il 19 maggio Lennon chiamò Yoko per invitarla a Kenwood e le disse di prendere un taxi che avrebbe pagato lui all’arrivo. Le disse che avrebbero potuto parlare o andare nello studio di registrazione che aveva allestito in soffitta. Yoko scelse la seconda opzione. Con l’aiuto dell’LSD, trascorsero la notte facendo un collage delle forme sonore più svariate (canti di uccelli, rumore bianco, vocalizzi avant-garde di Yoko, le battute da cabaret radiofonico di John) che più avanti avrebbero dato vita all’album intitolato Unfinished Music No.1: Two Virgins.
A Parigi la Sorbona era occupata e due milioni di lavoratori erano in sciopero. A Weybridge, mentre la notte finiva e il sole faceva capolino, John e Yoko facevano l’amore per la prima volta.


[1] Censura cinematografica inglese (N.d.t.)   

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