giovedì 13 gennaio 2011

Prologo

Il mondo continuerà sempre a classificare Yoko Ono in base al suo rapporto con John Lennon ed i Beatles.
Per l’uomo medio Yoko Ono rimarrà sempre una figura comparsa all’improvviso poco dopo la morte del manager Brian Epstein, nel 1967.
Presto in molti avrebbero cominciato ad interrogarsi riguardo all’attività sempre più imprevedibile dei Beatles come gruppo: l’arrivista americano Allan Klein sarebbe diventato nel 1969 il nuovo “addetto agli affari” di Lennon, mentre Ono aveva già sostituito McCartney come spalla artistica di John e Cynthia Powell (la prima Signora Lennon) nel suo letto.
Il primo album di Ono e Lennon insieme, Unfinished Music no.1: Two Virgins, più che per i contenuti del vinile, attirò l’attenzione per le foto di copertina, che ritraevano la coppia nuda. Era, come spiegarono, una “dichiarazione artistica”. L’uomo qualunque rimase comunque troppo sconcertato per dare una “seconda possibilità artistica” a questa e ad altre sconcertanti marachelle come i “Bed-in”, spedire ghiande ai leader mondiali, il “Bagism” (performance che consistevano nell’infilarsi in sacchi di iuta) e Self-Portrait, un film il cui protagonista era il pene di Lennon.
Già devoto a Yoko con una promessa più simbolica di qualsiasi anello, Lennon la sposò nel Marzo 1969. La cerimonia è citata in “The Ballad of John e Yoko”, l’ultimo numero uno dei Beatles nelle classifiche inglesi. Come la maggior parte dei fan dei Beatles, il loro biografo ufficiale Hunter Davies additava (e continua ad additare) “l’arrivo di Yoko nella vita di John” come causa dello scioglimento del gruppo.
In ogni caso, Yoko si era già fatta un certo nome (o una nomea) prima di conquistare il cuore di John. Nelle zone avanguardiste del mondo dell’arte (e della musica) era conosciuta, sin dalla fine degli anni ’50, come autrice estremamente strategica di performance. Anche se c’erano tutti i presupposti per arrivare molto più in alto, Ono perse gran parte della stima culturale dopo l’incontro con i Beatles; ma, d’altra parte, proprio grazie a questo incontro i suoi pensieri e le sue teorie (molte delle quali, per i non addetti ai lavori, sembravano sprovviste di pathos iniziale quanto una commedia di Ernie Wise[1]) raggiunsero un pubblico molto, ma molto più ampio di quanto avrebbero potuto fare altrimenti.
Comunque, dopo l’assassinio di Lennon su un marciapiede di New York nel 1980, la vedova è quasi (anche se non del tutto) entrata in un’orbita separata da quella sua e dei suoi ex compagni di band.
Questo resoconto è, credo, l’equivalente letterario dell’“happening” di Yoko del 1962, quando proiettò un film hollywoodiano chiedendo agli spettatori di concentrarsi solo sulla protagonista femminile. Per bilanciare gli avvenimenti e le opinioni trovate, è stato scritto da tre autori molto diversi. Tra loro i confini si sovrappongono solo leggermente, mentre Barb Jungr analizza il percorso artistico di Ono, Alan Clayson racconta i periodi prima e dopo Lennon e Robb Johnson indaga nella sua vita insieme al leader dei Beatles, senza tralasciare il ricco contesto politico, sociale ed economico.
Cercando di far luce su questo mistero sull’indovinello nell’enigma che è Yoko Ono. 
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[1] Comico inglese attivo dagli anni ’40 agli anni ’80, un’istituzione della tv britannica.

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